La “voce” caratterizza l’identità di ogni individuo. Essa è espressione non solo del fiato, della vibrazione delle corde vocali e della risonanza delle strutture al di sopra di esse, ma rappresenta altresì il vissuto e lo stato d’animo del soggetto.
Si definisce eufonia, dal greco “buon suono”, la produzione di una voce che sia bella sia per chi l’emette e per chi l’ascolta, invece, per disfonia intendiamo una voce che sia sgradevole, ma non è obbligatoriamente segno di malattia.
La disfonia può essere di origine organica (provocata da un danno di un organo ) o funzionale (cioè un uso scorretto di un organo sano). Nel primo caso, la lesione può essere di natura infiammatoria, infettiva, mal formativa, neoplastica, farmacologica o traumatica ed originare nella laringe o essere conseguenza di una malattia sistemica. Nel caso di forme funzionali (forme iper o ipocinetiche), è necessario una celere diagnosi per evitare che un atteggiamento sbagliato generi lesioni irreversibili.
In considerazione dei molti soggetti che impiegano e abusano della voce, come mamme, insegnanti e commercianti, di coloro che fanno un uso artistico della voce, come cantanti e attori, e di quanti presentano importanti fattori di rischio come fumo e alcool, è importante salvaguardare la salute vocale attraverso la prevenzione e un corretto inquadramento diagnostico-terapeutico con personale e strumentazioni dedicate.
Poiché alla fonazione concorrono molteplici fattori, la valutazione della voce si avvale di sistemi diagnostici differenti, volti alla visualizzazione diretta della glottide e della motilità cordale, esami obiettivi della produzione vocale attraverso software dedicati e valutazioni soggettive da parte dell’operatore e del paziente. Dal corollario di informazioni che derivano da tali indagini è possibile dare risposte esaustive e proposte terapeutiche idonee.
Le indagini clinico-strumentali, eseguibili presso l’Ambulatorio, standardizzate dai protocolli Nazionali ed Europei vengono riportate di seguito.
L’Anamnesi rappresenta il primo ed insostituibile approccio al paziente per una corretta contestualizzazione del disturbo riferito. Va indagata dapprima la familiarità per affezioni sistemiche e disturbi fonatori e successivamente approfondita la storia clinica del paziente orientata verso le abitudini voluttuarie quali fumo e alcool.
La Valutazione Percettiva Della Disfonia va eseguita da operatori esperti che attraverso una scala (scala GIRBAS -G:grado globale di disfonia;I: voce instabile; R:voce rauca; B:voce soffiata; A: voce astenica; S: voce sforzata-) conferiscono un punteggio alla voce di conversazione del paziente, e classificano l’eventuale presenza di disfonia dopo registrazione di contenuti standard (cognome e nome; i numeri da 1 a 10; la parola aiuole; le cinque vocali A, E, I, O, U; la frase di una nota canzone "Fra Martino, campanaro, dormi tu") all'intensità della normale voce di conversazione (70db).
Gli esami a disposizione per un inquadramento completo dei pazienti sono ancora, l’Esame Spettro Acustico a "finestra lunga" della vocale /a/ analizzata con la metodica PRAAT (praat 5401 64-bit edition), al fine di rilevare le modificazioni dell'emissione glottica e del filtro sovraglottico che evidenzia valori relativi alla perturbazione della voce, nonché il grado di disfonia e la tipologia (iper o ipocinetica), la presenza di immobilità di una corda vocale e la presenza di tremore vocale (malattia di Parkinson). Tale esame, assolutamente non invasivo, consente di visualizzare e studiare le Armoniche, le Formanti, la Frequenza Fondamentale, la Curva di Intensità, l’eventuale presenza di Break vocali del messaggio vocale emesso. Inoltre altri importanti parametri vengono dedotti, quali Jitter (perturbazione a breve termine della frequenza), Shimmer (perturbazione a breve termine dell’intensità) e NHR (Noise to Harmonic Ratio).
Infine, un passo decisivo, per comprendere il disagio dl paziente, è la somministrazione di un test di
Si può calcolare il Tempo Massimo Fonatorio (TMF: v.n. >10 sec.), mantenendo la vocale /a/ a tonalità ed intensità costanti, e ripetendo la prova tre volte, considerando il massimo valore registrato per verificare l’eventuale presenza di affaticamento vocale a seguito di paralisi ricorrenziali o mancato rifornimento aereo per disturbi polmonari.
Autovalutazione (VHI), in cui viene indicato con un punteggio crescente il grado di disabilità avvertito dal soggetto nello svolgere le comuni attività quotidiane, l’ impatto psicologico e nel rapporto con gli altri. Considerando che il "disagio massimo" espresso da un paziente attraverso tale scala si attesta a 120, abbiamo una serie di classi intermedie con disagio da lieve a moderato.